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La Montagnola Senese è una zona collinare di 13.640 ha. compresa fra l'alta valle dell'Elsa, il torrente Rosia, la val di Merse e le piane situate ad occidente di Siena. Adiacente alla superstrada per Firenze si estende , con andamento nord-sud, sui rilievi che dal Monte Maggio raggiungono senza soluzione di continuità il torrente Rosia.
Interessa i comuni di Siena, Monteriggioni, Sovicille e Casole d'Elsa. ma la maggior parte di essa si trova nel comune di Sovicille. E' un Sito Ambientale di interesse comunitario in base alla normativa HABITAT 92/43 CEE.

La zona, per la sua notevole qualità ambientale e paesaggistica e per la ricchezza di valori storico-artistici, rappresenta una grande attrazione turistica, tanto che il comune di Sovicille si colloca al 9° posto nella classifica dei 36 comuni della Provincia di Siena con maggiori presenze.

Fino dal medioevo dalla Montagnola Senese sono stati estratti marmi di rara bellezza che in anni successivi hanno abbellito i maggiori monumenti del Rinascimento .
Circa un milione di anni fa, prima che le enormi forze del sottosuolo iniziassero a sollevare le Alpi e gli Appennini verso le altezze che raggiungono attualmente, dal vasto e basso fondale marino di un Mediterraneo ben diverso da quello che tutti conosciamo oggi, già spuntava dalla superfice delle acque quella catena collinare che sulle carte geografiche viene individuata come La Montagnola; il suo nome nasce, come facile immaginare, dal suo aspetto vagamente prealpino, costituita com'è da calcari di età triassica.

Il suolo della Montagnola è costituito da formazioni calcaree, da marmi (rocce metamorfiche con strutture cristalline a grana più o meno fine), e da sedimenti continentali del Miocene (da 20 a 5 milioni di anni fa). In queste zone è possibile trovare sul terreno cristalli di quarzo, valentinite, ematite, pirite, calcite, zolfo e antimonite.Alla base delle colline è da notare il colore rosso intenso del terreno dovuto alla presenza di ferro e bauxite, minerali usati dalle antiche popolazioni per foggiare brocche da acqua. Se si ha pazienza e fortuna, in queste terre si possono raccogliere i cristalli sfusi di quarzo affumicato. Nei pressi di S.Rocco a Pilli troviamo sedimenti marini del Pliocene (da 5 a 2 milioni di anni fa), ed è facile reperire sul terreno fossili di tale periodo. Nella zona tra Torri ed Orgia le formazioni di roccia sedimentaria rossastra e verdastra (verrucano) risalgono all’era Paleozoica (circa 270 milioni di anni fa).

La natura prevalentemente calcarea della Montagnola ha favorito i fenomeni carsici, con le classiche brecce che si trovano nella zona di Cerreto a Merse. Nel territorio comunale esiste un importante bacino acquifero nella piana di Rosia, che assicura rifornimento idrico a tutta la popolazione locale e alla città di Siena. L’acqua si trova nella piana del Luco ad una profondità di circa 100 metri.E’ possibile attingere anche alle numerose sorgenti che si trovano sparse lungo le pendici della Montagnola, certi di bere acqua eccellente per il bassissimo grado di durezza, che nei secoli passati veniva imbottigliata e venduta nelle “spezierie” senesi.

Dal punto di vista paesaggistico, essa si distingue notevolmente nell'ambiente circostante che, al contrario, risulta costituito prevalentemente da argille plioceniche (vedi larga parte dei territori di Radicondoli, Casole d'Elsa, Sovicille, Siena, Monteroni d'Arbia, Asciano, Murlo etc.)

Queste argille affioranti peraltro hanno contribuito non poco a determinare tutta una serie di contrasti ambientali che caratterizzano, ad esempio, la parte del volterrano che guarda l'area senese ( le famose biancane ), oppure le Crete Senesi

L'attuale aspetto del territorio rispetta in pieno gli stereotipi classici con i quali si ama identificare il territorio toscano; la coltivazione della vite e dell'olivo, o le sagome alte e slanciate dei cipressi, molto spesso "...in duplice filar..."; facile immaginarsi questa parte di mondo così come si presenta oggi, quasi immutata dall'alba dell'umanità. In realtà la coltivazione della vite stata importata dagli etruschi, mentre l'impiantazione del cipresso si riconduce all'epoca romana; solamente in epoca rinascimentale si coltiva l'olivo in larga scala. E' per importante notare che se tutta l'area non fosse rimasta tagliata fuori dalle importanti vie di comunicazione quali la Cassia in epoca romana e la Francigena in età medioevale, molto probabilmente, l'aspetto del territorio sarebbe stato modificato come accaduto invece da Colle val d'Elsa in direzione nord (vedi, ad esempio, le aree di Poggibonsi, Poggibonsi, Certaldo e Castefiorentino.

La Montagnola è caratterizzata dalla presenza di numerose castelli altomedievali, che scaturiscono da processi di incastellamento. L'incastellamento é un fenomeno che in Toscana risale in genere verso la fine del decimo secolo e riguarda alcune aree insediative che tendono a fortificarsi; infatti, il periodo classico al quale gli studiosi riconducono il fenomeno é quello compreso tra il 900 ed il 1200; da recenti studi, sembra che in Toscana siano comparsi oltre 1000 castelli tra i secoli X e XII, con un massimo attorno all' XI secolo.

La Montagnola è oggi un gioiello ambientale e monumentale prezioso, ed un tempo invece un rassicurante baluardo naturale sul confine occidentale: questo è la Montagnola senese, territorio aspro, ma anche storicamente votato ai traffici e agli scambi, non a caso solcato dai mille percorsi che nel medioevo facevano capo alla Via Francigena, l'asse viario che univa Roma coll'Europa. Ecco il perché della straordinaria fioritura di borghi antichi e luoghi di culto che la punteggiano. Spicca tra i primi la biancheggiante fortezza duecentesca di Monteriggioni, colla sua cinta muraria orlata da ben quattordici torri quadrangolari, spauracchio estremo contro il nemico fiorentino (lo stesso Dante ne fu impressionato: Inferno, canto 31). Emergono invece tra i secondi dapprima l'infinita teoria di bellissime pievi, come quella di Radicondoli (X secolo), quella del Ponte allo Spino a Sovicille, quella di San Giovanni a Rosia, e poi l'eremo agostiniano del Lecceto, quello vicino, ma meno conosciuto, di San Leonardo al Lago e infine la duecentesca abbazia vallombrosana di Torri. Si conclude coll'originale complesso di Abbadia a Isola, villaggio medievale sorto tutto intorno all'imponente abbazia cistercense di San Salvatore (fondata nel 1001), cosi chiamata per la sua posizione sopraelevata rispetto al territorio circostante, anticamente paludoso.

 

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